News Finanza Indici e quotazioni Wall Street tenta la ripresa. Sullo sfondo l’illusione spezzata della disinflazione dopo precisazioni Powell (Fed)

Wall Street tenta la ripresa. Sullo sfondo l’illusione spezzata della disinflazione dopo precisazioni Powell (Fed)

13 Febbraio 2023 15:57

Wall Street tenta la ripresa, dopo una settimana difficile, che ha visto lo S&P 500 e il Nasdaq perdere rispettivamente l’1,11% e il 2,41%, riportando la settimana peggiore dal mese di dicembre. Il Dow Jones ha riportato un calo settimanale pari a -0,17%.

Nella sessione odierna, alle 15.50 circa ora italiana, il Dow Jones, lo S&P 500 il Nasdaq salgono rispettivamente dello 0,35%, 0,39% e 0,58%.

Sul mercato del reddito fisso, i tassi dei Treasuries a 10 anni scendono al 3,715%, mentre i tassi dei titoli di stato Usa a due anni avanzano al 4,547%.

Nella sessione di venerdì Wall Street ha chiuso positiva.

Lo S&P 500 ha terminato la seduta in rialzo dello 0,2%, a

4.090,46; il Nasdaq Composite ha ceduto lo 0,61% a 11.718,12. il Dow Jones Industrial Average è salito di 169,39 punti (+0,5%), a 33.869,27.

Il trend settimanale negativo della borsa Usa si spiega con le dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell che, in un discorso proferito all’Economic Club di Washington, ha sottolineato che la Federal Reserve ha ancora molta strada da fare nella sua battaglia contro l’inflazione.

Powell ha detto inoltre che i tassi di interesse potrebbero salire più di quanto anticipato dai mercati, nel caso in cui il ritmo di crescita dell’inflazione non dovesse smorzarsi a sufficienza.

“Il mercato sta iniziando a capire che la storia sulla disinflazione è più complessa di quella che noi vorremmo che fosse”, ha commentato l’ex ceo di Pimco, responsabile della divisione di consulenze economiche di Allianz Mohamed El-Erian, in un intervento alla trasmissione televisiva della Cnbc “Squawk Box”.

“Ora possiamo dire, credo per la prima volta, che il processo disinflazionistico sia iniziato”. Erano state queste le parole di Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, proferite nella conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi Usa del 1° febbraio scorso – quando il costo del denaro era stato alzato di 25 punti base al nuovo range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, record dall’ottobre del 2007 – a riaccendere la speranza di investitori e trader che la banca centrale Usa fosse vicina a porre fine alla sua battaglia contro l’inflazione.

Un’illusione, che è stata smascherata dallo stesso Powell la scorsa settimana, con la seguente precisazione:

“Il processo disinflazionistico, ovvero il processo di un’inflazione che scende, è iniziato, ed è iniziato nel settore dei beni, che rappresenta un quarto circa della nostra economia. Ma c’è ancora molta strada da fare. Ci troviamo solo nella fase iniziale”, ha detto il numero uno della Fed.

Powell ha aggiunto che “la verità è che continueremo a reagire ai dati. Dunque, se continueremo a vedere dati che, per esempio, confermeranno un mercato del lavoro più forte e un’inflazione più alta, potremmo trovarci nella situazione di dover alzare i tassi più di quanto i mercati prezzino”.

Market mover cruciale, questa settimana, sarà la pubblicazione del dato sull’inflazione Usa misurata dal CPI indice dei prezzi al consumo, atteso in rialzo dello 0,4% su base mensile (dagli economisti intervistati da Dow Jones) e del 6,2% su base annua. Il dato sarà reso noto domani, martedì 14 febbraio.

Dagli ultimi numeri disponibili sull’inflazione Usa, è emerso che, nel mese di dicembre, l’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti ha rallentato ulteriormente il passo, salendo del 6,5% su base annua, rispetto al +7,1% del mese precedente.

Il dato è stato pressocché in linea con le attese, visto che gli analisti intervistati da Bloomberg avevano previsto un indice dei prezzi al consumo CPI headline in crescita del 6,6% su base annua.

Su base mensile, l’inflazione Usa è scesa dello 0,1% su base mensile, più del trend invariato atteso.

Volge intanto al termine la stagione delle trimestrali Usa. Questa settimana, tocca a giganti del calibro di Coca-Cola, Marriott, Cisco. Finora, diverse aziende hanno riportato trimestrali peggiori delle attese al punto che uno studio di Credit Suisse ha messo in evidenza che, quella che si sta per concludere, è la stagione degli utili (riferita ai risultati di bilancio del quarto trimestre del 2022) peggiore in più di 20 anni.