Caldo record: soffre il settore viticolo, annata rischia 25% o più di resa in meno
E’ allarme caldo in tutta Europa, con le temperature che hanno raggiunto nuovi picchi con ondate di calore record in paesi normalmente freschi come la Germania e nel Regno Unito dove sono state registrate per la prima volta temperature superiori ai 40°C.
L’afa e il caldo record danneggiano vari settori tra cui quello viticolo che teme un taglio delle rese di vino del 25% o più per questa annata. Molti sono già stati colpiti da gelate precoci e grandine e ora le ondate di calore sempre più intense segnalano che le condizioni potrebbero diventare ancora più estreme e imprevedibili nel tempo.
Gli amanti del vino sanno che un mix di temperature elevate, siccità e venti impetuosi rende facile innescare un incendio selvaggio e difficile fermarne la diffusione. Quest’anno la stagione degli incendi in Europa è arrivata prima del solito. Sono bruciati terreni in Francia, Spagna, Portogallo e Grecia, migliaia di persone sono state evacuate e molte sono morte. Anche se un incendio non brucia le viti, il fumo delle fiamme vicine può rovinare i raccolti per chilometri. Quando un fumo intenso rimane per giorni sopra le viti, può provocare la presenza di fumo nelle uve, che conferisce ai vini un sapore di cenere. In passato, questo fenomeno ha colpito i vini di Napa e Sonoma in California e in Australia.
Tuttavia, gli incendi rurali stanno colpendo solo alcune zone vinicole, mentre quasi ovunque i vigneti stanno soffrendo per il caldo estremo e la conseguente siccità. Le temperature elevate che persistono possono scottare l’uva, che non matura bene, e anche lo stress idrico, che priva le viti di acqua sufficiente per prosperare è un problema. Le viti reagiscono accumulando più lentamente gli zuccheri, ritardando la maturazione e la raccolta. Gli acini sono più piccoli, le rese diminuiscono e la qualità ne risente.
In Italia a inizio luglio il governo ha dichiarato una grave emergenza siccità in diverse regioni settentrionali, tra cui il Piemonte, famoso per il Barolo, e il Friuli, nell’estremo nord-est. Secondo Bill Terlato, amministratore delegato di Terlato Wine Group, che possiede un’azienda vinicola nei Colli Orientali friulani, vi è un 50% di pioggia in meno rispetto alla norma e il triplo degli incendi rispetto a un anno medio ma si dice tutto sommato tranquillo dato che gli incendi sono a sud e a ovest e i suoi vigneti si trovano in zone più fresche ad alta quota. Il caldo si fa sentire nell’Italia meridionale, dove Antonio Capaldo, presidente di Feudi di San Gregorio in Campania, stima che le rese diminuiranno del 25%.