Mps, aumento capitale parte male: diritti opzione sprofondano di oltre -90%. E per la Bce le nuove risorse potrebbero non bastare
Non si può affatto dire che il primo giorno dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro di Mps sia andato bene: tutt’altro. Un esordio niente affatto promettente, o anche da incubo, visto il crollo dei diritti di opzione, che sono stati scaricati senza troppi problemi sul mercato, al punto da chiudere con un tonfo del 91,43% a 0,6715 euro.
Il titolo del Monte dei Paschi di Siena, invece, non è riuscito a fare inizialmente prezzo, con un rialzo teorico del 7,5%, per poi entrare negli scambi con un ribasso dello 0,60%, che si è accentuato ma senza grandi drammi: le azioni hanno chiuso la seduta di Piazza Affari con una flessione del 2,69% a 2,0075 euro.
Nel prospetto informativo della banca senese, è già incisa tutta la diffidenza della Bce verso l’esecuzione dell’aumento di capitale del Monte di Stato, ma anche verso la solidità del capitale post ricapitalizzazione.
Per la precisione, “nella Draft SREP Decision 2022, la Bce sottolinea l’alto rischio di esecuzione dell’Aumento di Capitale e la distanza che rimarrebbe, a fine 2024, fra il Tier 1 Ratio del Gruppo e quello dei suoi peers, poiché sulla base del Piano il Tier 1 ratio di Gruppo aumenterebbe fino al 14,2% (tra l’altro, sulla base dei costi finali dell’aumento di capitale – vedi i 125 milioni di euro che la banca dovrà versare ai garanti dell’operazione di ricapitalizzazione – vi sarà un impatto negativo su tale indicatore al 2024 quantificabile in circa 15 bp a fine 2024), posizionandosi comunque per circa 70 bps al di sotto del livello medio delle banche significative europee e di circa 150 bps al di sotto dell’attuale media delle banche significative italiane. Il persistere di tale gap, nel lungo periodo, potrebbe rappresentare un possibile ostacolo a future operazioni di fusione con un partner industriale. Inoltre, in caso di mancata esecuzione dell’Aumento di Capitale, Mps rimarrebbe estremamente vulnerabile a ogni possibile evoluzione negativa dello scenario”.
La Bce ricorda che la ricapitalizzazione “rappresenta il presupposto imprescindibile, unitamente alla realizzazione del piano industriale 2022-2026” per “il mantenimento” della continuità aziendale.
E avverte che, anche se l’“elevato rischio di esecuzione” dell’operazione può dirsi superato grazie all’accordo con le banche del consorzio di garanzia, la realizzazione del piano dovrà fare i conti con diversi ostacoli, così esplicitati, come si legge nel prospetto informativo redatto dal Monte per l’aumento di capitale:
“Nel contesto della Draft SREP Decision 2022, la BCE ha evidenziato punti di attenzione che potrebbero limitare la capacità di Mps di raggiungere completamente gli obiettivi del Piano Industriale 2022-2026 nel medio termine con riferimento a: il persistere di tensioni sullo spread BTP-Bund e della volatilità dei mercati con potenziali ricadute negative sul costo della raccolta; la dinamica attesa delle commissioni che, sebbene considerata ragionevole, dipende dal successo delle iniziative commerciali programmate ed è esposta alla pressione competitiva; la riduzione dei costi del personale basata su una manovra di esodi del personale esposta al rischio di minori adesioni rispetto a quelle programmate; l’incremento dei tassi di interesse e uno scenario meno favorevole del Pil che possono influenzare negativamente la capacità di rimborso dei debitori; l’andamento reclami e cause legali che non è nel pieno controllo di BMPS, come pure la capacità di prevenire l’insorgere di ulteriore contenzioso. Nel predetto documento la Bce ha altresì evidenziato che gli ulteriori risparmi di costi per Euro 40 milioni a partire dal 2024 dovuti alla chiusura delle filiali, alla riorganizzazione societaria del Gruppo e agli investimenti IT in digitalizzazione potrebbero essere compensati da livelli inflattivi connessi al nuovo scenario macroeconomico che potrebbero essere più alti del previsto e potrebbero non essere limitati ai servizi di pubblica utilità, riducendo anche i risparmi derivanti dagli stessi investimenti in Digitalizzazione”.
Insomma, la Vigilanza della Bce ha seri dubbi sul successo della ricapitalizzazione del Monte ed esprime diffidenza anche verso il suo presunto effetto salvifico, visto che Mps continuerà a far fronte a diverse sfide, a fronte di un Tier 1 ratio – parametro che attiene al capitale delle banche – che rimarrà ancora al di sotto della media.
Qualche bella notizia c’è stata nella giornata di ieri, con la conferma del gruppo assicurativo francese Axa a partecipare all’aumento di capitale con un contributo che potrà arrivare fino a 200 milioni di euro. Parola del vicedirettore generale della compagnia, Frederic de Courtois, che ha parlato da Parigi. In questo modo Axa diventerà il primo sottoscrittore privato delle nuove azioni emesse dal Monte.
Ieri un alert sul caso Mps è stato lanciato dal segretario generale della Fabi, Lando Sileoni che, in un’intervista a Sportello Italia su Radio Rai Uno, ha detto di prevedere che l’aumento di capitale lanciato da Mps “sarà un thriller fino all’ultimo secondo” visto che, “nell’accordo col consorzio di garanzia, sono presenti alcune, importanti clausole contrattuali che consentono di risolvere l’accordo, di fatto, in qualsiasi momento”, come quella relativa all’“insorgere o intensificarsi di atti di ostilità o atti di terrorismo o altre calamità o quella relativa a un cambiamento negativo sui cambi valutari, nella politica italiana e internazionale, nei mercati finanziari italiani e internazionali”.
In vista di una possibile operazione di M&A con un’altra banca post aumento di capitale, Sileoni ha ricordato inoltre che “durante questo tipo di operazioni c’è chi, come al solito, pretende o pensa che Mps si possa comprare con un euro, come è accaduto a giugno del 2017 con le due banche venete. Oppure, in questo momento, c’è chi ha l’intenzione di porsi come il cavaliere bianco: potrebbero essere due o tre le banche a rilevare il Montepaschi, soprattutto per coprire una propria carenza di capitale o deficit di coperture sui crediti deteriorati, cercando di farli apparire come di Mps”.
Il numero nuno della Fabi ha definito la situazione del Monte dei Paschi di Siena “un buco senza fondo, ma per responsabilità politiche, non per responsabilità economiche o finanziarie”.
Aumento di capitale Mps: tutto quello che c’è bisogno di sapere
L’aumento di capitale di Mps ha un valore di 2,5 miliardi di euro. I dettagli sono stati forniti dal Monte dei Paschi di Siena lo scorso giovedì 13 ottobre, dopo la riunione fiume del cda capitanato dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio, che si è conclusa con un accordo tra Mps e le banche del corsorzio di garanzia.
L’aumento di capitale prevede l’emissione di 1.249.665.648 di azioni ordinarie di nuova emissione, al prezzo di sottoscrizione pari a 2 euro per ogni nuova azione “da imputarsi interamente a capitale, nel rapporto di 374 nuove Azioni ogni tre azioni Mps possedute. Il controvalore massimo dell’Offerta sarà pertanto pari a Euro 2.499.331.296”.
Il prezzo di sottoscrizione “incorpora uno sconto pari al 7,79% rispetto al prezzo teorico ex diritto (c.d. Theoretical Ex Right Price -TERP) delle azioni Mps, calcolato secondo le metodologie correnti, sulla base del prezzo ufficiale di chiusura di Borsa delle azioni Mps al 11 ottobre 2022″.
L’operazione è interamente garantita con gli accordi che Mps è riuscita a raggiungere con le banche del consorzio di garanzia e il fondo Algebris, che hanno garantito una sottoscrizione per un valore massimo di 857 milioni di euro.
Il calendario dell’Offerta, si legge nel comunicato del Monte dei Paschi di Siena, “prevede che i diritti di opzione, validi per la sottoscrizione delle Nuove Azioni (i ‘Diritti di Opzione’) siano esercitabili, a pena di decadenza, dal 17 ottobre 2022 al 31 ottobre 2022, estremi inclusi (il ‘Periodo di Opzione’). I Diritti di Opzione saranno inoltre negoziabili su Euronext Milan dal 17 ottobre 2022 al 25 ottobre 2022, estremi inclusi. I Diritti di Opzione non esercitati entro il termine del Periodo di Opzione saranno offerti su Euronext Milan (l”Asta dell’Inoptato’) il 1 novembre 2022 e il 2 novembre 2022, salvo che i Diritti di Opzione non siano stati già integralmente venduti, ai sensi dell’art. 2441, terzo comma, del Codice Civile. I Diritti di Opzione acquistati durante l’Asta dell’Inoptato dovranno essere esercitati entro il 3 novembre 2022″.
Mps ha confermato l’impegno del Mef maggiore azionista ad “aderire all’operazione (di aumento di capitale) in proporzione alla propria quota di partecipazione al capitale (64,23%) per un importo massimo pari a euro 1,606 miliardi”. Anima ha reso noto che parteciperà all’operazione di ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena con un intervento di 25 milioni di euro. Altri 200 milioni circa li fornirà Axa.
Ci sono poi i contributi dell’imprenditore francese Denis Dumont (30 milioni), il fondo Algebris di David Serra (20 milioni), le Fondazioni toscane, “che verseranno circa 30 milioni, da spartire tra CariFirenze (10), Fondazionde Mps (10), e CariLucca (5)”.