Mps, da Commissione Ue ok a proroga Stato in capitale. Ma non è certo un regalo: i nuovi diktat da rispettare
Mps eterna protagonista del mondo della finanza del made in Italy, ora più che mai anche della campagna elettorale, in vista delle elezioni anticipate del prossimo 25 settembre.
I politici italiani tornano a interessarsi delle vicende dell’Odissea bancaria senza fine: in palio (è il caso di dirlo) c’è la vittoria alle elezioni, e Mps è sempre un’occasione ghiotta per chi continua a fare del populismo la propria arma per conquistare gli elettori che si lasciano conquistare dalla polemica di turno.
Tra l’altro, proprio la caduta del governo Draghi rischia di rendere quello di Mps il dossier che più di tanti altri rischia di andare a monte.
Mps è tornata al centro dei riflettori nella giornata di ieri, con l’ok – finalmente – della Commissione Ue alla richiesta del Tesoro, maggiore azionista dell’istituto con una quota del 64% – di continuare a rimanere ancora nel capitale della banca.
Un ok quasi inevitabile, visto che lo Stato non è riuscito a liberarsi in tutti questi anni, della patata bollente del Monte, diventato Monte di Stato dopo la ricapitalizzazione precauzionale avvenuta nel 2017.
Così il Mef ha risposto alla nota con cui la Commissione Ue ha dato il via libera : Gli impegni su Mps “sono stati rivisti sulla base di una proposta sottoposta nel corso di luglio all’istituzione europea dal Ministero dell’Economia, ad esito di una costruttiva interlocuzione condotta tra i rispettivi uffici nei mesi precedenti, e sono coerenti con gli obiettivi del piano industriale recentemente approvato dalla banca”.
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Come riassume oggi Equita SIM:
“Come previsto, la Commissione Europea ha approvato, in base alle norme comunitarie sugli aiuti di Stato, la proroga della scadenza della partecipazione del Mef (ergo il Tesoro) nel capitale di Mps, senza tuttavia esplicitare nel dettaglio la durata della proroga stessa. Per ridurre al minimo le possibili distorsioni della concorrenza causate dalla proroga del termine, la Commissione Europea ha approvato una serie di misure compensative proposte dal Mef , tra cui ‘cessioni e dismissioni, ulteriori chiusure di filiali e il mantenimento dell’obbligo di rispettare alcune limitazioni sulle modalità di conduzione dell’attività bancaria”.
Insomma, come si prevedeva, nessun regalo da parte di Bruxelles, che ha accolto la richiesta del Tesoro ponendo tuttavia anche condizioni.
“Tali misure – si legge nella nota di Equita SIM – sostituiscono i precedenti impegni approvati nell’ambito della ricapitalizzazione precauzionale autorizzata dalle autorità europee nel 2017. In seguito all’ok della Commissione Europea, ampiamente atteso, il prossimo passaggio sarà l’approvazione della BCE all’aumento di capitale da 2,5 miliardi”.
La SIM milanese così conclude:
“Ricordiamo che l’aumento di capitale dovrebbe partire a fine ottobre e concludersi entro il 12 novembre, come dichiarato in Commissione Banche dall’ad di Mps Luigi Lovaglio”. Questa, la tabella di marcia di Mps prevista per i prossimi mesi.
Mps, Salvini: piano Commissione Ue una mazzata
Ma come ha reagito il mondo della politica alle ultime novità che riguardano il Monte? La risposta è: cogliendo la palla al balzo, nella sua corsa a vincere il ‘palio’ delle elezioni anticipate.
Critico il leader della Lega Matteo Salvini, che da anni cerca di presentarsi alla stregua di paladino della banca senese e della città tutta di Siena:
“Chiusure e licenziamenti: il piano della Commissione europea è un’ulteriore mazzata su Monte dei Paschi dopo i tragici errori del Pd che hanno rovinato l’istituto bancario con danni stimati dalla stessa Regione Toscana in 50 miliardi di euro”.
Ripetuto, tanto più ora, l’affondo contro il segretario del Pd Enrico Letta. Salvini ha praticamente detto che “Letta nasconde i guai causati dalla sinistra, e agli italiani che cercano lavoro e sostegno promette la patrimoniale”.
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Luca Sani, deputato Pd in commissione Finanze, ha invece rivendicato l’azione del Pd nello sbrogliare la matassa:
“Il via libera della Commissione Europea alla revisione degli impegni assunti dall’Italia su Mps è un risultato importante e fondamentale per consolidare la ripresa della banca, garantire i lavoratori, salvaguardare il marchio ed il legame dell’istituto di credito con il territorio. Tutte tematiche che ci auguriamo di veder ben tradotte nel piano industriale della banca. Questo successo è stato ottenuto anche grazie all’impegno del Partito Democratico, in primo luogo del segretario Enrico Letta, e all’azione e alla credibilità del governo Draghi. Quel governo osteggiato e fatto cadere da forze politiche come Lega e Fdi che fino a oggi hanno strumentalizzato la vicenda con slogan inutili e demagogici”.
Ad esprimersi ovviamente anche il mondo dei sindacati. Così in una nota Fulvio Furlan, segretario generale Uilca:
“L’approvazione da parte della Commissione Europea della revisione degli impegni che l’Italia aveva assunto nel 2017 per la ricapitalizzazione della Banca Monte dei Paschi di Siena è una notizia attesa e di grande importanza per realizzare il rilancio dell’istituto e poter costruire concrete prospettive per le lavoratrici e i lavoratori“.
“Lo scorso giugno – ha continuato Furlan – alla presentazione del Piano Industriale, sostenemmo la necessità che l’azionista pubblico garantisse la continuità dell’attività e che i processi autorizzativi delle Autorità europee fossero coerenti dal punto di vista temporale con le tempistiche del Piano, che deve avere la possibilità di conseguire i suoi obiettivi, garantendo l’integrità e l’identità del Monte dei Paschi di Siena“.
Riguardo alle condizioni che sarebbero state poste da Bruxelles, oggi un articolo del quotidiano Il Messaggero puntualizza in cosa esse consisterrebbero: “Cessioni e disinvestimenti aggiuntivi (Bankitalia, palazzi, case e società agricole)“, come anticipa il titolo “Mps cede agriturismi e quote Bankitalia. Via libera di Bruxelles al piano del Tesoro”.
In particolare andrà completata, “secondo ciò che risulta al Messaggero, la cessione delle quote di Bankitalia, di Mps tenimenti Poggio Bonelli Chigi Saracini Spa e Immobiliare Novoli spa, Mps France. Andrà accelerato il processo di vendita su un petrimetro di 29 immobili. Montepaschi – ricorda il quotidiano romano – non aveva raggiunto gli obiettivi su Net Margin, Cost Income Ratio, Roe e dipendenti“.
Ancora, il Messaggero anticipa “la chiusura di altre filiali (oltre le 130 individuate nel piano Lovaglio al 2026 su 1.360 totali)”. Dall’Ue anche il diktat relativo al “mantenimento dell’obbligo di rispettare determinate limitazioni alle modalità di esercizio delle sue attività, con una niova rivisitazione dell’attività corporate”.
Un articolo de Il Sole dedicato al dossier Mps ricorda che “il passaggio con la Commissione Ue era necessario perché, ai sensi delle norme Ue in materia di aiuti di Stato, l’Italia doveva rivedere una serie di impegni che di fatto sostituiscono quelli iniziali in base ai quali era stata approvata nel 2017 la ricapitalizzazione precauzionale da 5,4 miliardi, impegni poi rivisti nel 2019 e di fatto scaduti a fine 2021“.